Ieri mattina, dopo aver fatto l’escursione in canoa sul Mar Piccolo, avevo perso le parole. Ho dovuto aspettare alcune ore prima di raccoglierle tutte, metterle insieme a formare un quadro degno dell’esperienza vissuta.

Fabio e Andrea, le due guide del WWF che ci hanno accompagnato in questa avventura, fanno le cose proprio per bene. Per loro non era certo la prima volta in canoa sul Mar Piccolo, eppure avevano sul volto la stessa espressione di stupore che vedevo dipinta in noi principianti canoisti, lo stesso entusiasmo di chi vede le cose per la prima volta.

Forse perché lo spettacolo che la natura offre in quello scrigno di tesori che è il Mar Piccolo non è mai uguale a se stesso e sa sempre trovare il modo di regalarti nuove visioni ed emozioni, di insegnarti la meraviglia.

Il Mar Piccolo di Taranto: un bacino naturale prodigioso

Ci siamo dati appuntamento alle 9 del mattino di sabato (la prenotazione va fatta entro giovedì) davanti alla SVTAM, la Scuola Volontari di Truppa dell’Aeronautica Militare, e da lì abbiamo avuto accesso a uno degli scorci più suggestivi che si siano mai visti.

Una vista unica e privilegiata sul secondo seno del Mar Piccolo, fra boe colorate e allevamenti di cozze, barche di pescatori e moletti in legno da cui tuffarsi e prendere il largo con la propria canoa.
Un paesaggio ordinato e generoso, a tratti impenetrabile, come è tipico dei luoghi su cui in pochi hanno posato lo sguardo.

A chi non conosce il territorio di Taranto basti sapere che il Mar Piccolo è un bacino naturale semichiuso, diviso in due insenature chiamate “primo seno” e “secondo seno” e situato a nord della città.

Visto dall’alto, ha l’aspetto di un paio di occhiali o di simbolo dell’infinito, un 8 rovesciato. A me piace pensare che questa forma non sia il frutto di una casualità geologica, ma il presagio delle infinite possibilità e suggestioni che il Mar Piccolo avrebbe procurato a Taranto sin dalla sua formazione, un dono affettuoso e incondizionato della natura.

L’acqua del Mar Piccolo non è turchese come quella del nostro litorale, ma di un azzurro intenso e limpido, come se il cielo vi si fosse appoggiato senza portarsi appresso le nuvole.
Tutto intorno, un silenzio ovattato e irrealistico, interrotto solo dai voli di gabbiano.

Escursione in Canoa Taranto: cosa abbiamo visto

Dopo averci fornito alcune dritte su come manovrare pagaie e canoa, Fabio e Andrea ci hanno condotto all’esplorazione del mondo marino.

Onde brevi e gentili lambivano le canoe e le scortavano dolcemente sotto le grandi arcate del Ponte Punta Penna, sulla spinta di correnti marine silenziose, rimescolii sotterranei e profondi.

Proprio in coincidenza del ponte si trova il punto in cui il Mar Piccolo si restringe a formare le due insenature e l’acqua diventa bassissima, tanto che si potrebbe camminare a piedi per diversi metri.

Da qui, a bordo delle nostre canoe, abbiamo potuto scandagliare a occhio nudo il fondale alla ricerca di forme di vita, mentre le nostre competenti guide ci informavano sulla storia geologica e biologica di Taranto con trascinante passione.

Mar Piccolo Taranto: un ecosistema vario e ricco

Il Mar Piccolo è un incubatore spontaneo di fauna ittica. La biodiversità che lo caratterizza è sconcertante, sintomo della salute dell’ecosistema e della purezza delle acque. In un solo metro quadro di mare è stato possibile ammirare: pesci ago, cassiopea mediterranea, granchi, paguri, bavose e nudibranchi, gli animaletti coloratissimi che vedete nella foto.

Sul fondale abbiamo visto anche tantissimi esemplari di pinna nobilis, un grande mollusco bivalve simile alla cozza da cui veniva ricavato in passato il bisso, un filamento pregiato, forse uno dei più preziosi che siano mai comparsi sulla faccia della Terra, con cui venivano realizzati gli indumenti di re e imperatori.

Soprattutto, a Taranto esiste la più grande colonia di cavallucci marini di tutto il Mediterraneo, stimata in 500 mila esemplari. Durante la nostra escursione, muniti di maschera a un metro dalla costa, ne abbiamo avvistati 3 nel giro di 10 minuti. Nell’aria si libravano gabbiani, aironi cenerini e martin pescatori.

Tutto era silenzioso e primitivo: sembrava di essere ritornati al primo capitolo della storia del mondo, a un tempo in cui tutto è ancora realizzabile e in cui la natura, con le sue sole forze, avrebbe potuto renderci liberi e felici.

Perché fare un’escursione in canoa sul Mar Piccolo

Il tour in canoa sul Mar Piccolo ci fa conoscere più nel profondo il nostro territorio, ci racconta modi di fare turismo diversi e possibili, ci dice che la natura è una grandissima alleata dei nostri giorni.

Esperienza consigliata a tutti: tarantini e turisti, giovani e adulti, gruppi di amici e famiglie con figli. Trovate tutte le informazioni per prendere parte all’escursione in canoa nel Mar Piccolo di Taranto sulla pagina Facebook Ecomuseo Palude La Vela e del Mar Piccolo e telefonando al responsabile dell’iniziativa Fabio Millarte al 339 891 8346 .

Indossate il costume e munitevi di scarpe per camminare sugli scogli. Sì anche a maschere per immersione e dispositivi per foto e video che resistono al contatto con l’acqua.

Soprattutto, preparatevi ad assorbire il silenzio, ad arricchirvi del piacere della contemplazione, in un luogo che può a tutti gli effetti definirsi un ecomuseo diffuso a pochi passi da casa.

Fonti:
Foto di Ecomuseo Palude La Vela e del Mar Piccolo

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