La Raffo è la birra dei Tarantini. Non provate a proporre a un Tarantino verace una birra diversa da questa e non dubitate mai, per nessuna ragione al mondo, che ne abbia una scorta speciale (diciamo 3 o 4 confezioni) conservata nel frigo. Provochereste indignazione.

Come recita una vecchia canzone:

«Nu’ sime tarandìne, c’u côre ross’e blu, bevìme ‘a birra Raffo e nnijnde cchiù».

Per quasi 70 anni la Raffo è stata prodotta nello stabilimento di Taranto, poi nel 1961 il marchio fu ceduto al gruppo Peroni e nell’87 la produzione fu trasferita definitivamente a Bari.

panzerotto tarantino

Nonostante i cambiamenti, i Tarantini hanno continuato ad essere i principali estimatori di questa bevanda e a considerarla rappresentativa della città dei due mari non meno del Ponte Girevole.

Il forte legame esistente fra la birra Raffo e i Tarantini è efficacemente rappresentato nell’etichetta: sotto la scritta “Raffo” si vede infatti Taras a cavallo del delfino, intento a sostenere un mantello e un boccale di birra (…scherzavo, è un tridente!). Taras e il delfino sono l’emblema della città di Taranto, tanto che figurano anche sullo stemma cittadino.

Insomma, la Raffo è la birra della città dei due mari: fu nel 2008 che si sancì ufficialmente il legame tra la bevanda e Taranto. In quell’anno, si svolse un sondaggio dal titolo “Sono Tarantino, quindi decido IO”, organizzato dal Gruppo Peroni, volto al rinnovamento grafico dell’etichetta della birra. Da allora, al di sotto della scritta “Raffo” compare anche il figlio di Nettuno a cavallo del delfino.

Dal 1919 a oggi, la bevanda dei tarantini ha conosciuto una continua espansione, salvo una battuta d’arresto durante la seconda guerra mondiale, quando la produzione venne interrotta per consentire l’uso della fabbrica come deposito di automezzi.

La Raffo è diffusa anche in Basilicata e Campania ma è in Puglia che si registra il maggior numero di consumazioni.

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