Si chiama “Chiesetta di San Francesco da Paola al Borgo”, eppure molti la chiamano il piccolo Duomo di Taranto per via della sua somiglianza con il più importante monumento di Milano.
La trovate nel cortile di un palazzo del borgo umbertino in via Cavour 51, riportata a nuova vita, dopo anni di degrado, da due cittadini volenterosi: il Dottor Francesco Pasculli e l’Artista Filippo Girardi.
La Chiesa è visitabile da turisti e cittadini previa prenotazione al numero: 329 – 9335184.
L’ingresso è con offerta libera, devoluta interamente al restauro della struttura.
Cappella Gotica Taranto: la storia
Fu Angelo Cecinato a commissionare la costruzione della piccola cappella nell’atrio del suo palazzo nobile. Era il 1881. Il risultato fu uno splendido e raro esempio di arte neogotica, opera dei maestri tarantini Domenico Fago e Carlo Bari, che probabilmente la edificarono su una precedente cappella rurale dedicata a San Girolamo (in seguito destinata a sacrestia).
L’Arcivescovo Pietro Alfonso Jorio visitò la Chiesetta nel dicembre del 1898 e, trovandola conforme alle prescrizioni canoniche e liturgiche, la decretò chiesa pubblica.
C’è di più: pare che l’Arcivescovo Jorio concedesse 40 giorni di indulgenza a chi, entrando nel tempietto, avesse recitato 5 “Gloria Patri” in onore di San Francesco e uguale indulgenza a chiunque, sentendo il suono della campana (di cui oggi sono visibili solo alcuni elementi sul muro delle case laterali), avesse fatto il segno di Croce e recitato 3 “Gloria Patri”.
Apprendiamo queste notizie da una pubblicazione di mons. Giuseppe Blandamura intitolata “Chiesetta di San Francesco in via Cavour”, conservata presso la Curia Tarantina, che ad oggi rappresenta l’unica vera fonte scritta dedicata a questa cappella.
Sempre da Blandamura sappiamo che Angelo Cecinato si impegnò a versare ogni anno 400 lire al fine di far celebrare le Messe all’interno del tempietto, di consentire l’accensione perpetua di una lampada davanti al simulacro del Santo, e far studiare un chierico povero (un certo Don Salvatore Di Comite) ma, in seguito, questo proposito non fu mantenuto.
Origine del culto a San Francesco da Paola: un miracolo in via Cavour
Un’antica leggenda popolare racconta che nella tromba delle scale del Palazzo in via Cavour cadde una bambina, probabilmente una delle due sorelle di Angelo Cecinato, rimasta miracolosamente illesa. Era il 2 aprile, giorno dei festeggiamenti a San Francesco da Paola.
Questo episodio spiegherebbe l’origine della devozione al Santo a cui la Cappella è intitolata e l’ossessiva presenza della scritta “Charitas” (dal greco chàris, grazia) in tutti gli ambienti del Tempietto. Ma si tratta di un fatto non acclarato, tanto che Francesco Pasculli, storico della Cappella Gotica, è propenso a credere che possa esser stato lo stesso Angelo Cecinato a cadere da quelle scale.
La Chiesetta di San Francesco da Paola al Borgo: alcuni particolari
Nel Sud Italia è davvero raro trovare esempi di architettura neo-gotica come quello della cappella di Taranto. L’architettura, inoltre, presenta particolarissimi influssi della religione musulmana, come testimoniato dalla facciata in stile arabesco e dal portoncino un tempo verde, colore dell’Islam.
La struttura è costituita da due cuspidi laterali, in funzione di torri o campanili, ed un rosone centrale ormai privo della croce. Un tempo, sulla facciata del tempietto, vi erano tre statue di Santi di cui oggi non è rimasta alcuna traccia, così come accade all’interno, dove di San Francesco da Paola e di altri 4 beati, posti in piccole nicchie sull’altare, resta ormai solo un ricordo.
Durante la visita guidata, si accede alla struttura da un ingresso laterale con funzione di sacrestia, in cui è visibile una bellissima acquasantiera marmorea e una piccola grata che serviva per confessare.
L’impatto con l’interno lascia senza fiato: ricchissime decorazioni adornano l’altare come fossero preziosi merletti di stucco. Il pavimento in marmo trasuda acqua, il che fa pensare alla preesistenza di un pozzo sotterraneo.
Cappella Gotica Taranto: similitudini con il Duomo di Milano
Gli autori della Chiesetta di San Francesco da Paola al Borgo sembrano essersi realmente ispirati al Duomo di Milano. Diverse sono infatti le similitudini con il famoso monumento, e lo stesso Mons. Giuseppe Blandamura, nel suo manoscritto datato 1932, così descriveva la Cappella Monumentale Cecinato:
Il minuscolo tempietto è quanto di più delizioso si possa immaginare, in stile gotico, imitazione e tipo il Duomo di Milano, tanto nella piccola facciata che nell’interno.
A questo si aggiunge che l’artista Girardi ha recuperato un bellissimo quadro della Madonna Bambina databile fine ‘800 (ora conservata in una apposita edicola che vedrete esposta nella sacrestia), molto venerata in Lombardia.
Consiglio a tutti i lettori di visitare il tempietto gotico personalmente, con la speranza che il prezioso gioiello in via Cavour, rimasto in stato di abbandono per tanto tempo, diventi uno degli attrattori del turismo a Taranto.
Per ulteriori informazioni, visitate la pagina Facebook “Chiesetta di San Francesco da Paola al Borgo”
(Ri)scopriamo – Il tesoro di via Cavour, Extra Magazine
Chiesetta di San Francesco in via Cavour, Mons. Giuseppe Blandamura
Pagina Facebook: Chiesetta di San Francesco da Paola al Borgo
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