Rimanete seduti, sto per darvi una notizia shock, di quelle che farebbero trasecolare anche gli esseri più stoici e imperturbabili: lo stemma originario di Taranto non è quello che si usa attualmente. So che molti tarantini sono affezionati a Taras e al delfino, ma pare che né l’uno né l’altro fossero stati contemplati al momento della scelta dello stemma cittadino.

Nel caso vi venisse il dubbio che stia componendo questo articolo sotto l’effetto di strane sostanze, chiarisco subito che ho appreso l’insospettabile verità sullo stemma di Taranto da uno degli scritti di Gennaro Bacile di Castiglione (per saperne di più, leggete in basso le note bibliografiche), un vero esperto di scienza araldica.

E non è il solo: moltissime illustri personalità del passato hanno descritto lo stemma di Taranto nelle loro opere, e in nessuna di queste si fa cenno a Taras e al delfino.

Giovanni Giovine, Tommaso Niccolo D’Aquino, Ambrogio Merodio, Atenisio Carducci…codeste autorità parlano di un altro stemma, che è quello che vi descriverò a breve.

taras e il delfino

Il significato dello stemma attuale di Taranto

Per chiarire bene,  partiamo dallo stemma attuale. In esso è rappresentata la leggenda di Taras.

A cavallo del delfino, troviamo perciò il mitico fondatore della città, figlio di Poseidone e della ninfa Satyria, che annegò nel fiume che da lui prese il nome. In alto, una conchiglia di San Giacomo (detta anche “capasanta” o “pettine di mare”, simbolo del pellegrinaggio) compresa tra le lettere ΤΑΡΑΣ.

Di questo stemma esistono almeno 5 versioni: l’eroe mitico viene rappresentato ora con lo scudo, ora con il tridente nella mano sinistra, ora con il tridente nella mano destra, ora con una cornucopia…e via discorrendo. Eppure, di queste molteplici versioni che si sono susseguite nel tempo, nessuna può essere annoverata come l’arma della città di Taranto.

Citando Bacile di Castiglione:

Qui in Italia si deve vedere anche questo; che un Comune decida di mutare il suo antico stemma all’istesso modo e con la medesima facilità con cui ordina che sia cambiata la vecchia tappezzeria nel gabinetto del sindaco.

Il vero stemma della città di Taranto

Prima di Taras, l’antico stemma tarantino raffigurava uno scorpione, sormontato sul dorso da tre gigli d’oro, che regge fra le chele la corona del Principato di Taranto.

stemma_provincia_taranto Lo avete riconosciuto? Si tratta dell’emblema attuale della Provincia di Taranto. Ebbene sì, in passato questo era invece lo stemma della città dei due mari.

Il 24 febbraio 1927 – con decreto firmato da Vittorio Emanuele III e Benito Mussolini – lo scorpione fu infatti riconosciuto ufficialmente quale simbolo di tutto il territorio di Taranto per distinguerlo da quello di Lecce, chiamato “Terra d’Otranto”, e lo si scelse proprio quale segno di continuità storica, per non far perdere le tracce dello stemma originario, che veniva pian piano rimpiazzato da quello col delfino.

Qualcuno potrebbe obiettare che lo stemma di Taras sia più antico, trovandosi impresso sulle monete tarantine, ma avrebbe torto marcio.

Prima del 1000, infatti, non esistevano stemmi, e ogni emblema comparso in epoche precedenti va considerato come simbolo religioso o monetario, come contrassegno personale, come insegna da guerra, non come stemma.

Perché lo scorpione?

gonfalone provincia tarantoIn effetti, c’è una curiosa storia che si tramanda sulla scelta dello scorpione. Secondo la tradizione sarebbe stato Pirro, re dell’Epiro, intervenuto come alleato dei Tarantini nella Guerra contro Roma, ad aver suggerito la figura dello scorpione.

Guardando la città da un’altura, si accorse che la sua conformazione urbana richiamava l’immagine di uno scorpione.

Scegliere l’aracnide come stemma avrebbe funzionato anche da deterrente psicologico: i nemici avrebbero saputo che i tarantini erano pericolosi come scorpioni. L’idea piacque a tutti, e l’emblema cittadino rimase questo per oltre 17 secoli.

Passiamo agli altri elementi dello stemma.
Il giglio è il più nobile dei fiori araldici. Il fatto che comparisse sull’arma cittadina era la conseguenza di concessioni onorifiche con cui i sovrani premiavano una città per prove di fedeltà e per atti di valore compiuti. E a Taranto ne furono concessi tre.

Quanto poi alla corona, sarebbe il simbolo della grandezza e della potenza di Taranto al tempo del Principato, quello che Re Ladislao di Napoli non potè conquistare se non col fare una proposta di matrimonio a Maria d’Enghien. Ma questa è un’altra storia…

Perché lo stemma di Taranto è cambiato?

Dunque, il fatto è questo: è stato creato un nuovo stemma, traendo spunto dalle monete della Taranto Antica, e lo si è sostituito a quello autentico, che è poi divenuto simbolo della Provincia. Il passaggio dallo scorpione a Taras non è stato però improvviso.

taras delfino tarantoCome accennato prima, nelle tante versioni dello stemma di Taras, si rintraccia quella nella quale l’eroe mitico impugna uno scudo con sopra raffigurato uno scorpione.

Con molta probabilità, lo scorpione divenne progressivamente figura secondaria e di minime proporzioni, fino a scomparire del tutto.

D’altro canto, Taras rappresentava il periodo di massimo splendore della città. Lo scorpione, simbolo della “vittoria di Pirro” (un’impresa cioè che lascia l’amaro in bocca perché avvenuta a prezzo di molte vittime) non poteva competere con la leggenda che avallava le origini divine della città.

Tra uno stemma simbolo delle vicende umane e un altro che rappresentava il divino, sembra che i Tarantini abbiano scelto il secondo. E se qualcuno sospettasse che lo scorpione sia stato scartato perché antipatico e malefico, beh… dovrebbe fare i conti con due obiezioni inoppugnabili:

  1. lo scorpione era tenuto in grande considerazione nel passato, tanto che gli venne dedicata anche una fra le costellazioni dello zodiaco.
  2. esistono stemmi raffiguranti animali meno “nobili”: pensate che Benevento ha come simbolo il maiale…voi quale avreste preferito?
Fonti:
Lo stemma di Taranto non è quello che si usa, estratto da “Scritti vari di Gennaro Bacile di Castiglione”
Sito Araldica Civica: www.araldicacivica.it

Commenta con Facebook!