Per molti di voi non è una novità che la “Dea in trono”, custodita all’Altes Museum di Berlino, sia in realtà di origine tarantina, come non è una novità che l’8 settembre 2014 la statua sia stata sottoposta a scansione laser per crearne una copia perfetta da collocare al MArta, il Museo Archeologico nazionale di Taranto. Alla fine di quest’anno, potrebbe già essere possibile ammirare il risultato di tale riproduzione.

Per la minoranza degli ignari, sono lieta che abbiate appreso la notizia dalle prime righe di questo post. Ma torniamo ai saputelli più informati. Siete convinti di conoscere la verità, tutta la verità, nient’altro che la verità sulla Persefone in trono?

Se la risposta è sì, siete dispensati dalla lettura dei prossimi paragrafi, a meno che non vogliate fare un ripasso. Troverete in questo articolo un breve riassunto di tutto ciò che ruota intorno alla statua, dal mito di Persefone al mistero del suo ritrovamento. Ne leggerete delle belle.

dea in trono tarantoIl mito di Persefone

Persefone, figlia di Demetra e Zeus, venne rapita dal dio Ade, folgorato dalla sua bellezza. Infatti, senza farsi sfiorare minimamente dal pensiero che anche lei avesse voce in capitolo, decise di prenderla in moglie e di portarla con sé in un luogo allegro e spensierato: gli Inferi.

Alla fortunata fanciulla venne offerta della frutta come segno di benvenuto, ma lei non assaggiò che 6 semi di melagrana. Persefone ignorava però che chi mangia i frutti degli inferi fosse costretto a rimanervi per l’eternità. Fortunata davvero.

Nel frattempo, la madre Demetra diede inizio sulla Terra ad un lungo e rigido inverno come reazione al dolore di aver perduto Persefone. Prima del rapimento, aveva sempre regalato ai mortali tempo mite e ricchi raccolti.

A risolvere la questione intervenne Zeus: visto che Persefone aveva mangiato solo 6 semi di melagrana, sarebbe rimasta nell’oltretomba 6 mesi e nella restante parte dell’anno si sarebbe ricongiunta alla madre.

Ecco spiegato dai Greci l’alternarsi delle stagioni: Demetra faceva imperversare il freddo durante il periodo di assenza della figlia e ne accoglieva il ritorno dagli inferi facendo spuntare fiori e frutti in primavera e in estate.

Questo mito era molto caro ai Greci e Persefone era una dea popolare e venerata, simbolo della fertilità della Natura e della rinascita dopo la morte.
A Taranto specialmente, la dea ha sempre goduto di un’altissima considerazione, al punto da non potersi escludere che le colonne doriche situate in Piazza Castello non siano resti di un tempio dedicato a Poseidone ma a Persefone (durante gli scavi per il rinvenimento del Tempio Dorico, sono stati infatti trovati 3 frammenti di statuette rappresentanti una donna seduta in trono).

Il ritrovamento della Dea in trono

Ma come e dove venne ritrovata la statua? E, soprattutto, perché si trova a Berlino? Sveliamo il mistero.

Ci sono molte versioni circa il ritrovamento della Dea in trono, ma la definitiva proviene dal libro di Angelo Conte “La dea del sorriso” che, basandosi su fonti certe e documentate, rintraccia in via Duca degli Abbruzzi n° 73 il luogo del suo rinvenimento. Più precisamente, venne trovata in un pozzo profondo 4 metri nel 1912, durante alcuni lavori edili.

Da Taranto, è poi approdata in Germania attraverso i circuiti del mercato clandestino di opere d’arte. Infatti, un mercante deve aver presentato dei documenti di proprietà fasulli e messo all’asta la statua in Svizzera: l’Imperatore di Germania, Guglielmo II, fu colui che riuscì a spuntarla, anche se a carissimo prezzo: la scultura venne venduta alla cifra di un milione di marchi, oggi circa 150 milioni di euro, ed esposta nel museo di Berlino.

Ci fu un tentativo di acquisto anche da parte del Louvre, ma non si concretizzò a causa dell’elevato prezzo di vendita.

persefone gaia taranto

Taranto riavrà mai la statua originale?

Rassegniamoci. I tedeschi sarebbero più propensi a concederci la paternità dei würstel piuttosto che restituirci la Dea in trono originale. Sostanzialmente per due ragioni:

  • l’acquisto fu fatto in buona fede. In più il conto da pagare fu troppo salato. Ridareste indietro la vostra Maserati?
  • la legge non è dalla nostra parte: non esiste una normativa internazionale che obblighi uno Stato alla restituzione di un bene su richiesta di un altro Stato, anche se sottratto illecitamente.

Ci accontenteremo della Persefone gemella.

La disputa Taranto-Locri: una storia curiosa

La Persefone in trono è da tempo oggetto di una diatriba fra Taranto e Locri. Entrambe ne rivendicano la reale provenienza. Fonti considerate attendibili propendono per l’origine Tarantina (anche per via delle caratteristiche stilistiche della scultura) ma, per dovere di cronaca, vediamo per quale ragione Locri contende con la nostra città la derivazione geografica della statua. E’ una storia piuttosto bizzarra.

Tutto risale al racconto di un contadino locrese di 80 anni che rivelò di aver trovato la statua in una vigna nei primi del ‘900 e di aver mantenuto il segreto della straordinaria scoperta perché costretto dal suo padrone. Fece anche voto alla Madonna.

persefone tarantoA sostenere la testimonianza dell’uomo fu Gaudio Incorpora, uno scrittore calabrese, nei cui libri si legge che la scultura venne poi portata a Taranto via mare, nascosta vicino all’Arsenale e venduta, in seguito, ad un mercante straniero…senza però addurre una documentazione valida a sostegno di questa tesi.

Anche la Magistratura locrese si occupò del caso, ma archiviò subito l’inchiesta perché il contadino non venne ritenuto credibile.

Il sorriso della Persefone Gaia

La statua è alta 1,50 metri e pesa quasi una tonnellata. Si ipotizza che tenesse fra le mani una coppa per il sacrificio e un frutto, forse una melagrana. Tuttavia, c’è chi ritiene che la scultura non sia una rappresentazione di Persefone ma di Afrodite per via dell’abbigliamento e dell’acconciatura.

Ma ciò che più colpisce di questa scultura è il sorriso enigmatico, tanto da farle valere l’appellativo di Persefone Gaia. Nella serenità e nella dolcezza del suo sguardo chissà quale altro segreto si cela… Altro che Gioconda.

Fonti:
“La dea del sorriso. La Persefone o Afrodite dei tarantini”, di Angelo Conte.

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