E’ arrivata la Domenica delle Palme e la gente per strada si scambia auguri e ramoscelli d’ulivo.
E’ una giornata speciale per Taranto. Ci si riunisce per il pranzo in famiglia, si pregustano le vacanze ormai prossime, si tende la mano a chi ci ha fatto un po’ arrabbiare (tipicamente, suocere e fratelli). Ma, soprattutto, c’è grande trepidazione per le cosiddette “gare” per aggiudicarsi le statue delle processioni pasquali.
La parola “gare” compare per la prima volta nei documenti ufficiali nel 1850 ad indicare le offerte al rialzo dei confratelli per aggiudicarsi simboli e statue da portare in processione durante i Riti della Settimana Santa.
La Domenica delle Palme dà infatti ufficialmente inizio ai Riti della Settimana Santa Tarantina, conosciuta in tutta Italia – ma che dico, in tutto il mondo! – come momento di grande aggregazione e manifestazione di fede. Un evento religioso fra i più suggestivi, di forte impatto emotivo.
Durante le processioni, i “perdùne” delle confraternite tarantine camminano scalzi e incappucciati per le strade della città in un pellegrinaggio di penitenza a cui si sottopongono con fervore e devozione.
Nel 2015, i Riti Tarantini hanno compiuto 250 anni di vita e per festeggiare questo importante anniversario le processioni non si sono tenute nel Borgo Nuovo ma nella città vecchia di Taranto, oltre il ponte girevole, esattamente come avveniva secoli fa.
Perché si chiamano “gare” della Domenica delle Palme
Le gare della Domenica delle Palme hanno il compito di “scegliere” i partecipanti alle due processioni pasquali a Taranto, quelle dell’Addolorata (Giovedì Santo) e dei Misteri (Venerdì Santo), e di raccogliere offerte per l’ingaggio dei complessi musicali, per l’allestimento del Sepolcro e per l’organizzazione dell’evento religioso in genere.
Si comincia con una breve preghiera e, tra offerte e scampanellii, si arriva alla completa aggiudicazione dei simboli.
Le offerte vengono pronunciate dai confratelli a voce alta, come se fosse una vera e propria asta: chi offre di più diventa aggiudicatario del simbolo per cui ha concorso.
Sarà lui poi a indossare l’abito della confraternita e a prendere parte a una delle due processioni, se non ad entrambe.
Un po’ di storia sulle gare della domenica delle Palme
La prima gara si svolse nell’oratorio della Chiesa di San Domenico. Cresciuto il numero dei confratelli, si pensò di trasferire le gare nelle chiese per ragioni di spazio.
Solo nel 1979, per volontà dell’arcivescovo Guglielmo Motolese, le gare della Domenica delle Palme non si svolsero più in chiesa ma nell’auditorium “Tarentum” e nel Salone dell’Amministrazione Provinciale.
Ah! Dimenticavo… le donne non possono partecipare alle gare né presenziare ad esse.
Polemiche sulle offerte delle gare
Si ipotizza che secoli fa i confratelli abbiano cominciato le gare usando i loro risparmi e che, con l’aumento del numero degli iscritti, siano via via cresciute anche le somme, toccando cifre talvolta eccessive che hanno suscitato critiche comprensibili.
Negli anni si sono perciò escogitati alcuni accorgimenti per evitare il monopolio dei cittadini più abbienti. Un esempio è il sistema della “rotazione”: chi si aggiudica una statua o un simbolo, per tre anni non può concorrere per quel simulacro. In questa maniera, sotto ciascuna statua si succedono 32 confratelli diversi ogni 4 anni.
Curiosità: la foga per le gare nel dopoguerra
Tra il 1941 e il 1944 i riti pasquali tarantini non si svolsero a causa della seconda guerra mondiale. Nel 1945, quando venne accordato il permesso per l’uscita delle due processioni, l’attesa per i confratelli divenne spasmodica, al punto che uno dei confratelli, Modesto Basile, decise di accaparrarsi più simboli durante le gare della Domenica delle Palme: la terza posta del Carmine, la seconda posta dell’Addolorata (faceva parte di entrambe le confraternite), Gesù alla Cascata e il Gonfalone, quest’ultimo poi ceduto a un suo confratello per mancanza del dono dell’ubiquità!
Chi era “Cicchete Gnacchete”
Un altro dei personaggi più noti a Taranto durante le processioni pasquali era sicuramente “Cicchete Gnacchete” (Domenico d’Alba), uno dei più anziani confratelli dell’Addolorata, sempre presente alle processioni.
Si narra che mettesse scrupolosamente da parte i suoi esigui risparmi da portuale per conquistare sempre la “prima croce” della processione dell’Addolorata. E’ rimasto nella storia il suo incedere eccessivamente dondolante, più di una normale “nazzicata”.
Soffermandosi sulla genesi del suo soprannome, si avanzano due ipotesi:
- la prima vuole che indossasse scarpe che emettevano un rumore particolare quando venivano calzate, simile a “cicchete-gnacchete”, appunto;
- la seconda attribuisce il soprannome ad un difetto di pronuncia dell’uomo: quando parlava, emetteva un suono “umido”, simile a “cicchete-gnacchete”.
Pasqua 2013: la Settimana delle “gare spostate”
Nel 2013 si è fatto uno strappo alla tradizione: l’Arcivescovo Filippo Santoro ha stabilito che le gare si svolgessero non la Domenica delle Palme ma il quarto sabato di Quaresima, suscitando non poche perplessità da parte dei fedeli.
La ragione della decisione è stata che le gare, per via della loro somiglianza ad un’asta, rappresenterebbero qualcosa di “commerciale”, che poco si concilia con lo spirito religioso che dovrebbe animare la giornata. Insomma, il monito di monsignor Santoro alla cittadinanza è stato un invito a maggiore sobrietà e compostezza nel giorno in cui si celebra l’arrivo di Cristo a Gerusalemme.
Quest’anno le “gare” si svolgeranno nella Domenica delle Palme, come tradizione vuole. Durante la Settimana Santa, a cui le gare danno il via, i Tarantini mostrano il loro vero volto: non un popolo in decadenza, come le cronache vogliono far credere, ma una comunità viva, fervida e fervente, disposta al sacrificio e illuminata dalla speranza.
Buona Settimana Santa a tutti!
“Taranto – I riti della Settimana Santa”, La gazzetta del mezzogiorno, marzo 2013
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