Cataldo e’ il santo patrono di Taranto: su questo non ci piove. L’altra cosa certa e’ che nacque in Irlanda. Ora, qualcosa non torna. Come fa un irlandese ad essere il protettore di una citta’ del sud Italia? Quali peripezie lo hanno condotto fin qui?
Il mare limpido e la bonta’ del pesce tarantino sono un’indiscutibile attrattiva…conosco persone che per una spaghettata con le cozze sarebbero capaci di attraversare lo Ionio nuotando a farfalla (ogni riferimento e’ puramente casuale). Ma qualcosa mi dice che non sia per queste cose che abbia abbandonato il paese natio. Per cosa, allora?
Dovevo indagare, dovevo sapere. Dalle mie letture sono venute fuori notizie interessantissime. Ho scoperto che San Cataldo era un uomo colto, generoso e di talento.
Ma soprattutto, come molti eccellono nello sport, nella pittura, negli scacchi o nel comporre versi, Cataldo sembrava avere invece, sin da piccino, una certa attitudine a far miracoli. Molti miracoli. Non tre o quattro, come nel curriculum di ogni santo che si rispetti.Ha fatto piu’ miracoli lui nella vita che starnuti io nella mia.
La cosa che piu’ mi ha colpito, poi, e’ la disinvoltura disarmante con cui compiva questi prodigi. Raccontano le leggende che San Cataldo resuscitava i morti e guariva gli infermi con la stessa naturalezza con cui un comune mortale si gratta il naso. Una carezza, un bacio, un po’ di terriccio sollevato in aria e… puff! Accadeva l’impossibile.
I Miracoli di San Cataldo
La vita di San Cataldo e’ densa di avvenimenti affascinanti. Come dicevo, pero’, sono troppi perche’ io ne possa parlare come si deve. Ho deciso percio’ di limitarmi a citarne alcuni rapidamente.
San Cataldo in prigione
Non spaventatevi per questo titolo. San Cataldo restò in prigione solo per una notte… non ebbe neanche il tempo di vedere il sole a scacchi.
L’affetto che il popolo provava per lui aveva suscitato le invidie dei potenti. La notizia dei suoi miracoli arrivo’ infatti fino alle orecchie del re (non si sa quale re) che fece rinchiudere Cataldo in una prigione con l’accusa di praticare la magia.
Ma la notte del re fu piena di incubi: sogno’ due angeli. Uno gli annunciava la morte imminente, l’altro gli prometteva il perdono se avesse liberato il prigioniero e gli avesse donato il ducato di Meltride, che sarebbe morto quella notte.
Appena sveglio, il re racconto’ alla moglie il sogno. In quel preciso momento, un nunzio li raggiunse e comunico’ loro la morte di Meltride. La profezia del sogno si era avverata.
Dire che il re fosse terrorizzato e’ veramente poco. Era bianco come un lenzuolo. Subito diede ordine che Cataldo fosse liberato e, per farsi perdonare, lo prego’ di accettare il Vescovado di Rachau e il ducato di Meltride.
La visione in Terra santa
Arriviamo adesso al nocciolo della questione, ovvero a spiegare cosa condusse San Cataldo fino a Taranto. Si trovava in Terra Santa a visitare i luoghi sacri, quando ebbe una visione. Dio gli disse:
Cataldo, recati a Taranto, ove la Fede predicata dal mio primo Apostolo Pietro sta in pericolo di perdersi del tutto. Ti costituisco percio’ Pastore di quei popoli che si trovano senza guida. Alle tue cure raccomando la Chiesa Tarantina: vade Tarentum!
La volonta’ divina era che Cataldo evangelizzasse Taranto, una citta’ dove la fede languiva a causa della mancanza di Clero e Pastori.
Durante la traversata in mare, infurio’ una terribile tempesta, che, indovinate un po’, Cataldo riusci’ a domare con la forza delle sue preghiere. Per la cronaca, in questa occasione resuscito’ anche un marinaio, travolto da uno dei pennoni della nave.
L’arrivo di San Cataldo a Taranto
Arrivato a Taranto, il Santo comincio’ a predicare il Vangelo come prima di lui fecero San Pietro e Marco, suo discepolo. Fece moltissimi miracoli e l’entusiasmo dei tarantini fu tale che tutti abbracciarono la Fede Cristiana e proclamarono Cataldo vescovo della citta’.
Quanto tempo sia vissuto a Taranto, non si sa con precisione: forse vent’anni. Si sa pero’ che mori’ molto vecchio e che chiese che il suo corpo venisse sepolto nella Cappella di S. Giovanni in Galilea, accanto alla Cattedrale.
Anche dopo la sua morte accaddero eventi prodigiosi: ogni sorta d’infermita’ e di sofferenza venivano guarite solo toccando il suo corpo.
Il ritrovamento del corpo di San Cataldo
L’Arcivescovo Drogone trovo’ il corpo di San Cataldo circa dieci secoli piu’ tardi quando ordino’ di ricostruire la chiesa diroccata dove il Santo era stato sepolto. Di San Cataldo era ormai stata perduta ogni memoria a causa delle continue distruzioni che Taranto subi’ nel tempo (tutta colpa dei Saraceni!).
Era il 10 maggio del 1071 e, mentre gli operai scavavano, il loro piccone urto’ contro un sarcofago di marmo che emanava una dolce profumo.
Venne trovato al suo interno un corpo in perfetto stato di conservazione e una crocetta di oro su cui era inciso a caratteri latini il nome “Cataldus”.
Come si sparse la notizia del rinvenimento delle reliquie di San Cataldo, i fedeli accorsero per chiedere grazie, molte delle quali furono soddisfatte.
Le ossa del santo sono oggi custodite all’interno del cappellone del Duomoe ogni anno, nei giorni 8, 9 e 10 maggio, Taranto festeggia il suo patrono con fuochi di artificio, spettacoli folkloristici e una suggestiva processione marittima che passa attraverso il canale navigabile.
Un giusto tributo, direi, ad un uomo che ha fatto davvero del bene alla citta’, siano o meno soltanto favole.
“La vita di San Cataldo. Vescovo e protettore di Taranto” di Andrea Martini
La foto di copertina dell’articolo e’ tratta dal sito della Bottega d’Arte Mortet.
Seguimi sui Social!